“Abbiamo appena rilasciato uno studio sviluppato a livello mondiale, con diverse geografie, diversi mercati e diverse aziende, circa 7.000. In Italia c’è stato un approfondimento specifico, sono state analizzate cinque aree tecnologiche ed è stata fatta una stima del grado di resilienza, ovvero quanto sono le aziende sono pronte a contrastare e gestire gli attuali rischi di sicurezza: protezione utenti, device, rete, applicazioni e dati. Mettendo insieme queste informazioni, emerge come in Italia soltanto il 7% delle aziende si dichiarano pronte a gestire i rischi informatici. C’è ancora tanto da fare, il nostro obiettivo è fare il punto della situazione e aiutare i nostri clienti a capire su cosa focalizzarsi”.
In un’intervista all’Italpress, Fabrizio Gergely, responsabile Architecture di Cisco Italia, la multinazionale statunitense specializzata nella fornitura di apparati di networking, ha sottolineato l’importanza per le aziende di fornirsi di strumenti di protezione per quanto riguarda i rischi derivanti da un attacco informatico, soffermandosi sui dati allarmanti in tal senso in Italia che emergono da un sondaggio.
“I nostri clienti possono approfondire e capire qual è il gap più importante da colmare. La nostra proposta si basa su soluzioni e innovazioni che possiamo portare sul mercato aiutando i nostri clienti – ha aggiunto Gergely – Più che sul costo dei nostri servizi, ragionerei su qual è il costo che un’azienda deve sopportare qualora venisse colta da un attacco informatico. Abbiamo una stima a livello mondiale, circa il 30% delle aziende intervistate ha dichiarato di aver subito un attacco negli ultimi 24 mesi, con almeno 500.000 dollari di impatto per il 25% di queste – ha precisato – Nel momento in cui un servizio digitale non è più disponibile, io azienda ho sì un impatto economico, ma anche di reputazione e i clienti potrebbero andare verso altri fornitori di servizi digitali”.
In particolare, Cisco ha depositato 75 brevetti nell’ambito del quantum cifrato per la protezione da attacchi informatici provenienti dai computer quantici:
“E’ un argomento molto caldo ora, è legato al fatto che gli attuali algoritmi che proteggono le comunicazioni di dati e le infrastrutture sono a rischio attacco da computer quantici – ha spiegato Gergely – Noi grazie alla ricerca e allo sviluppo in Cisco Photonics, centro mondiale di ricerca e sviluppo su temi ottici presente in Italia, stiamo lavorando su soluzioni già disponibili per la quantum security. Vale a dire proteggere le infrastrutture attraverso chiavi talmente resilienti e robuste da resistere anche a un attacco portato da computer quantici”.