Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit) ha annunciato un investimento di 250 milioni di euro per sostenere il settore moda, affrontando le sfide legate alla transizione ecologica e digitale. L’annuncio è stato fatto il 24 gennaio 2025 durante il Tavolo permanente della Moda, svoltosi a Palazzo Piacentini alla presenza del ministro Adolfo Urso e di rappresentanti istituzionali, sindacali e aziendali.

Le risorse saranno distribuite per promuovere innovazione e sostenibilità: 100 milioni andranno ai Contratti di sviluppo, 100 milioni ai Mini contratti di sviluppo, 15 milioni saranno destinati alla transizione ecologica e digitale, e 30,5 milioni incentiveranno la sostenibilità, con un’attenzione particolare alle fibre tessili naturali e ai materiali riciclati. Questi interventi si inseriscono nel contesto del DDL sulle PMI, che introduce misure come la staffetta generazionale, l’incentivo all’aggregazione aziendale e la riforma dei Confidi. Secondo il ministro Urso, l’obiettivo è rafforzare un settore cruciale per l’economia italiana e per il Made in Italy.

Il rilancio della moda si colloca all’interno di una strategia governativa più ampia, che per il 2025 prevede un totale di 22 miliardi di euro per le imprese italiane. Tra le misure principali, 9 miliardi saranno dedicati a agevolazioni fiscali nei Piani Transizione 4.0 e 5.0, 7,5 miliardi a contratti di sviluppo, 1,7 miliardi alla Nuova Sabatini, 3 miliardi alle PMI e 4 miliardi alle imprese del Mezzogiorno. Un elemento chiave del piano riguarda il credito d’imposta per Ricerca e Sviluppo, con un emendamento al Milleproroghe che stanzia ulteriori 250 milioni di euro per agevolare le imprese nel riversamento dei crediti relativi al periodo 2015-2019, alleviando la pressione economica sulle aziende in difficoltà.

Nonostante questi interventi, il settore moda affronta una fase critica. Nel 2024 ha generato ricavi per 96 miliardi di euro, ma molte imprese sono in difficoltà a causa dell’aumento dei costi energetici, dell’accesso limitato al credito e della necessità di innovare tecnologicamente. Le aziende chiedono misure strutturali di lungo termine, come una cassa integrazione speciale per il 2025, moratorie sui finanziamenti e incentivi per investimenti in sostenibilità e digitalizzazione. Inoltre, l’introduzione di un saldo e stralcio per i crediti di ricerca potrebbe rappresentare un aiuto cruciale per le imprese in crisi.