Nato grazie alla startup romana Softcare Studio, fondata nel 2017 da Valentino Megale e Cristian Currò e premiata come miglior startup digitale del 2018, Tommi si pone l’obiettivo di alleviare le sofferenze dei giovani malati negli ospedali attraverso il gioco ed il Metaverso.
Creata da un team di giovani professionisti con esperienze trasversali in ricerca medica, sviluppo software e innovazione business, la startup è stata selezionata da diversi percorsi di accelerazione internazionali, ad ulteriore riprova del suo valore: in Germania con l’azienda pharma Merck (2017), poi negli Usa, con il TMCx a Houston (2018), presso il più grande centro medicale al mondo, ad Accelerace in Danimarca (2018) ed infine nel Regno Unito a Londra come parte del Global Startup Program promosso dall’ICE (2019).
Tommi è un visore per la realtà virtuale dedicato ai bambini per distrarli dal processo di trattamento. È un’esperienza di gioco in realtà virtuale, progettata per aiutare i pazienti pediatrici con stress durante le cure mediche, distraendoli quindi dall’ansia e dal dolore. In questo modo è possibile tra l’altro ridurre il tasso di sedazione dei pazienti. L’obiettivo è quello di rendere i bambini più a loro agio durante la terapia, migliorando i loro rapporti con i medici e facilitando il lavoro del personale ospedaliero. Se l’ospedale non viene percepito come un luogo di sofferenza sarà molto più facile curare i piccoli pazienti anche con trattamenti più invasivi (in particolare quelli oncologici), senza far perdere loro la calma. Tommi ha 4 giochi diversi creati appositamente per rilassarli e per mettere alla prova le loro abilità. Una di queste attività coinvolge anche i genitori che, attraverso un’App per smartphone, riescono a interagire con il mondo virtuale, portando i bambini a essere più calmi, e a volte più motivati nel completare il gioco/terapia. Ma non solo aiuta a mantenere calmi i bambini, raccoglie ed analizza dei dati oggettivi sulle condizioni, sullo stato di benessere e lo stress dei giovani pazienti, che possono diventare un valido supporto per lo staff medico.
Sono già diversi gli ospedali italiani che hanno deciso di fare uso di questa innovativa tecnologia tra cui l’Ospedale Regina Margherita di Torino, il SS. Annunziata di Taranto, il San Gerardo di Monza, l’Ospedale Maggiore di Novara, l’Ospedale Infermi di Rimini, l’Istituto Rizzoli di Bologna e l’Ospedale Università di Padova. Inizialmente, il progetto si è focalizzato sul supporto della qualità dell’esperienza terapeutica dei giovani pazienti nei reparti di oncoematologia. A partire dal 2021 il suo utilizzo sta venendo pian piano esteso anche ad altri pazienti con ottimi risultati.
Proprio sull’onda di questi, il progetto è al momento sottoposto a un nuovo studio clinico multicentrico (6 ospedali italiani), in collaborazione con l’azienda medtech BD.