E’ stato di recente pubblicato il rapporto di Legambiente e del Sole 24 Ore sull’Ecosistema Urbano, che analizza le città in base alla loro sostenibilità ambientale. Non stupisce vedere Bolzano al primo posto, dopo aver fatto la parte del leone anche nella classifica sulle città più vivibili.
Se in molte città italiane la transizione verso un futuro pienamente sostenibile procede a rilento, con annosi problemi di smog o spazzatura tra le criticità più comuni, Bolzano si dimostra ancora una volta leader in questa categoria, piazzandosi al primo posto nella classifica delle città più green d’Italia. Segue a ruota Trento, sorpassata dalla città corregionale, ma saldamente al secondo posto e da anni ormai nelle prime posizioni e che può vantare il titolo della città più vivibile del Bel Paese. Bene anche Belluno al terzo posto.
Ancora una volta invece male il sud con due città su tre nelle ultime posizioni (Alessandria, Palermo e Catania).
Le metropoli restano più o meno stabili con alcune lievi oscillazioni, ma evidentemente coniugare le molte esigenze di città densamente popolate è più complesso rispetto a città con meno cittadini; salgono Venezia e Torino, scendono Milano e Genova. Male Roma, prevedibilmente, all’ottantottesimo posto su centoquattro in questa graduatoria.
La nuova classifica ha valutato gli sforzi, nel settore ambientale, portati avanti nel corso del 2021 da 105 comuni capoluogo: in totale sono 18 gli indicatori presi in considerazione, distribuiti in sei aree tematiche: aria, acque, rifiuti, mobilità, ambiente urbano ed energia.
Queste le parole di Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente:
“Dalla fotografia di Ecosistema Urbano 2022 non vediamo quel cambio di passo repentino che impone l’emergenza energetica, ambientale e sociale. In tutte le città serve velocizzare gli interventi, diffondere gli impianti fotovoltaici sui tetti e le comunità energetiche rinnovabili, riqualificare gli edifici, promuovere l’elettrificazione del trasporto pubblico e privato, completare fognature e depuratori, realizzare gli impianti dell’economia circolare, a partire da quelli di digestione anaerobica e compostaggio per produrre biometano e compost di qualità, di riciclo chimico delle plastiche miste e quelli per recuperare le terre rare dai rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche.
Queste sono le sfide che attendono il nuovo governo. La transizione ecologica dei capoluoghi italiani dipende dalle scelte dei Comuni, ma soprattutto da quelle che verranno fatte a livello nazionale dall’esecutivo. Da parte nostra ci auguriamo di non perdere tempo a discutere di progetti inutili come il Ponte sullo Stretto Messina, ma daremo il nostro contributo per dare concretezza alle opere pubbliche e agli impianti per la transizione ecologica che serve al Paese”.
Tra i fattori che più anno inciso nell’incoronazione delle città più ecologiche della Penisola influiscono pesantemente il numero di utilizzatori di mezzi pubblici rispetto alle auto, il ridotto consumo idrico, la presenza di piste ciclabili ed impianti fotovoltaici e la percentuale di spazzatura prodotta e riciclata.
Di seguito la classifica completa:
Qui è invece possibile consultare e scaricare in formato pdf il report completo.