Sin dal 2019 l’Unione Europea e l’Italia si sono mosse in una direzione ben precisa: non solo sviluppare le batterie del futuro, ma anche la filiera industriale ad esse connessa, cercando di non ripetere gli errori del recente passato.
L’argomento energia è sempre più sulla bocca di tutti in tempi di caro bollette, ma gli investimenti su questo fronte continuano e 500 milioni di euro saranno attinti dal PNRR per dar nuova linfa alla ricerca sulle batterie che guideranno la mobilità del futuro che sia elettrica o ad idrogeno.
Ma la ricerca non basta: come afferma Silvia Bodoardo, docente del Politecnico di Torino esperta di nuove tecnologie connesse alle batterie, occorre anche dar sostegno alla creazione di una filiera industriale indipendente, in modo da non dover dipendere per la produzione dai mercati asiatici, cadendo nello stesso errore del fotovoltaico. Si comincia dunque dalla ricerca di base per portare poi le nuove tecnologie nelle industrie europee; il tutto dovrà poi ovviamente essere sostenibile al 100% per fare davvero la differenza.
Ancora una volta torna in auge il concetto di riciclo e di economia circolare, che sarà fondamentale per non dover far affidamento sull’importazione dall’estero di terre rare, ma si parla anche dell’eliminazione dal processo produttivo di alcuni materiali; per fare un esempio, la dottoressa Bodoardo ricorda che al momento è in fase di ricerca un progetto che potrebbe permettere di fare a meno del cobalto per la creazione di batterie, cosa impensabile sino a non molti anni fa.
A riguardo risulta interessante l’intervento rilasciato da Sergio Iorio, CEO di Italmatch Chemicals Group, azienda che ha sviluppato ad esempio un sistema per il recupero selettivo di Nichel e Cobalto dalle batterie esauste:
“L’Europa dovrà farsi trovare pronta, sfruttando le sue vaste competenze, per non rimanere indietro. Stiamo lavorando anche sullo sviluppo di una tecnologia per il recupero del litio, che presenta maggiori complessità dunque abbiamo un ruolo molto attivo in questo processo grazie al fatto di essere un attore globale con venti stabilimenti, sei dei quali in Asia, e siamo inseriti nella filiera delle batterie con generazione a elettroliti liquidi. Credo che riusciremo a portare la filiera in Europa sia per le tecnologie attuali che per quelle future. L’obiettivo è che l’industria possa presto arrivare tra Italia e Polonia.
C’è però un secondo programma di maggior interesse a lungo termine per lo sviluppo degli elettroliti solidi che porteranno enormi vantaggi alle batterie soprattutto in termini di sicurezza e migliore densità energetica, ci stiamo lavorando da qualche anno”.