L’immigrazione è uno dei temi più caldi del momento, con molte polemiche da ambo le parti politiche riguardo la sua gestione. I dati sugli stranieri in Italia non fanno certo emergere un quadro confortante per quanto concerne l’attuale livello di integrazione.
Se ci sono ben 13 milioni di italiani a rischio di povertà, un dato allarmante ed in aumento negli ultimi anni, 2,2 sono invece i milioni di stranieri che versano nelle medesime condizioni. Dato il numero non certo elevato di immigrati in Italia è evidente che il quadro che emerge dai dati del Rapporto annuale sull’economia dell’immigrazione (edizione 2022) della Fondazione Leone Moressa è davvero allarmante.
Se parliamo di percentuali, a fronte di un 22,6% della popolazione over18 in condizioni vicine alla miseria, quella degli stranieri è quasi il doppio, attestandosi al 44,4%, oltre 4 persone su 10. Un dato questo, che seppur aggravato dall’allargamento della forbice sociale in Italia, trova conferme come trend anche a livello europeo: il rischio di povertà per gli stranieri nella Ue a 27 è in media del 40,4%, contro il 19,5% degli autoctoni.
Ancora un dato allarmante che emerge dal report è che la maggior parte di questi (61%) non è in povertà a causa della mancanza del lavoro, ma perché svolge mansioni troppo poco retribuite, che non permettono di condurre una vita dignitosa.
Se si guarda solo alla platea dei lavoratori, il rischio di povertà in Europa, secondo Eurostat, è del 7,9% per gli autoctoni e del 20,8% per gli stranieri. A proteggere i cittadini italiani ed europei è il possesso di rendite o di beni immobili, mentre gli stranieri non sempre hanno questi “paracadute”. In Italia, ad esempio, è proprietario dell’abitazione principale l’80% dei cittadini (la media Ue è del 74,3%), mentre i proprietari di casa immigrati sono il 18,4%, il valore più basso in Europa (la media Ue è del 28,4%).
Anche i redditi dichiarati da italiani e stranieri rivelano la disparità: 22mila euro annui di media pro capite per gli italiani e 12.758 euro per gli stranieri, che versano in media 2.585 euro annui di Irpef.