È stato presentato alla WWDC 2023 il nuovo visore Apple, chiamato Vision Pro, definito dal CEO Tim Cook “One More Thing”.
Si tratta di un visore XR, ben diverso dai visori VR che attualmente si trovano in commercio. Ma in cosa consiste la differenza? È presto detto se la tecnologia VR (Virtual Reality) ti cala all’interno di uno spazio interamente virtuale quella XR (Extended Reality) estende la realtà circostante, eliminando l’interfaccia fissa che si fonde invece con l’ambiente circostante, sarà il vostro arredamento il salvaschermo.
La portata del concetto è di per sé rivoluzionaria. Avvicina gli esseri umani ancora di più ad un mondo in cui la realtà ed il digitale si uniscono e si sintetizzano in una nuova realtà che ormai comprende entrambi e non può prescindere da nessuno dei due, processo questo già in fase molto avanzata. Peraltro guardando la presentazione non si può non rimanere meravigliati dalle funzionalità e dalla cura dei dettagli maniacale, tipica di Apple, che è stata dedicata al prodotto. Ma quello che ancora di più fa la differenza è che sia un prodotto del gigante di Cupertino. Già perché con Mac ed iPhone (ed in misura minore anche l’iPad) la multinazionale fondata da Steve Jobs ha dimostrato di essere il vero leader per quanto riguarda l’innovazione tecnologica mondiale e soprattutto di non commercializzare prodotti il cui successo non è praticamente assicurato.
Quello che viene comunque da domandarsi è se il futuro sia fatto davvero di visori e se lo spatial computing, ovvero la mescolanza tra elementi reali e di interfaccia in un ambiente ibrido, si imporrà come il modello dominante nei prossimi 10/15 anni. Periferiche del genere saranno davvero in grado di sostituire definitivamente pc e tv o rischiano l’effetto Apple Watch, un prodotto certo di successo ma dalla portata rivoluzionaria decisamente minore e soprattutto privo di una vera e propria carica innovativa nelle funzionalità (cosa può fare un Apple Watch che un iPhone non sappia fare?). Restano dunque delle perplessità. E non solo sul futuro di questa tecnologia in sé, oltremodo complesso da prevedere, ma anche su questo primo visore in commercio (negli USA) dal 2024. Il prezzo è assolutamente elevato e fuori portata per la maggioranza delle persone (3500€ è un quantitativo di denaro sufficiente a comporre un intero ecosistema Apple), ma anche la durata delle batterie, al momento di appena 2 ore e legata ad una periferica esterna è ai limiti del risibile. Ovviamente il prezzo nel tempo scenderà, come del resto per tutte le tecnologie pionieristiche, e la batteria raggiungerà livelli più appropriati, ma queste criticità per Vision Pro 1 restano.
Con gli oltre 5.000 brevetti che sono stati richiesti per creare questo nuovo prodotto ha dunque avuto inizio una nuova era per la tecnologia, quella dello spatial computing? O sarà un fiasco questo ulteriore tentativo di avvicinare reale e digitale? O, ancora, saranno altre le nuove tecnologie emergenti, come i chip neurali di Elon Musk, che ci permetteranno di raggiungere questo nuovo e più avanzato livello di sincronia tra mondo fisico e mondo virtuale?
Ai posteri l’ardua sentenza.
Intanto gustatevi la presentazione di questo nuovo gioiellino della tecnologia.