Secondo l’osservatorio di SWG la maggior parte degli italiani è nel complesso insoddisfatta dell’anno appena trascorso, essenzialmente a causa del peggioramento della situazione economica. Considerando invece gli altri aspetti della vita la valutazione si fa meno negativa. Siamo più soddisfatti di noi e dei nostri affetti, meno insoddisfatti rispetto al 2021 della nostra socialità e delle istituzioni politiche.
La novità consiste invece nel fatto che le persone hanno dichiarato di essere finalmente più felici. E che immaginano un 2023 relativamente sereno, in cui alla tempesta subentra la quiete, non importa quanto provvisoria.
Tra i buoni propositi per il 2023 ci sono nell’ordine gli affetti e la voglia di viaggiare, soprattutto in posti nuovi. Tra i desideri quello di dedicare più energie a guadagnare denaro (+10%), senza però sottrarre tempo alla vita privata. L’idea di lavorare di più, di studiare o di formarsi o di impegnarsi in progetti di carriera è all’ultimo posto tra i desideri degli italiani.
Andando più nel dettaglio nel report di SWG, tra la fine del 2022 e l’inizio del 2023 è aumenta la fiducia nel futuro del Paese e si è delineata una visione più positiva, nonostante permanga un clima di incertezza economica e sociale diffuso.
Diminuisce di poco ma segnando un nuovo trend la sfiducia verso la politica e le istituzioni pubbliche. L’inizio della nuova legislatura attenua sentimento di sfiducia che comunque resta diffuso. Aumentano anche il senso di inclusione e la percezione nei cittadini di essere parte attiva della società. La riduzione del senso di esclusione è un trend positivo che inizia nella metà del 2021 e che segna un rientro nella normalità degli anni precedenti alla pandemia.
Infine si registra un miglioramento nella percezione dell’incertezza della propria condizione economica, dato sorprendente se si considera l’aumento dell’inflazione e dell’incertezza legata alla guerra in Ucraina e in netto contrasto con l’aumento della percentuale di intervistati che dichiara un bilancio familiare in negativo.
Nella prima parte del 2022 lo scenario economico sfavorevole unito al clima di incertezza politica, ha impattato sul “percepito emotivo” e ed ha toccato i minimi storici con la crisi di governo.
I dati rilevati da SWG in qualche modo confermano quelli rilevati dal Censis, che nel suo rapporto annuale parla di una Italia “malinconica”. Ci si scopre vulnerabili economicamente e socialmente, sfibrati da crisi strutturali di lungo periodo su cui si sovrappongono negli ultimi tre anni la pandemia, la guerra, l’inflazione, l’energia e gli effetti del cambiamento climatico. Prende forma una nuova interiorizzazione del rischio che nasce dalla paura di essere esposti a rischi globali il cui controllo è fuori dalla portata di chi potenzialmente lo potrebbe subire. “Quella del 2022 non è una Italia sull’orlo di una crisi di nervi: cerca una profilassi per l’immunizzazione dai pericoli correnti. Ma i meccanismi che spingevano le persone a fare sacrifici per essere migliori adesso risultano inceppati e la società indulge alla malinconia” in un quadro che secondo Censis, e secondo molti autorevoli scienziati politici e sociali, potrebbe rappresentare un superamento della fase del neo-populismo di questi anni.
Oggi il 66,5% degli italiani (10 punti percentuali in più rispetto al 2019 pre-Covid) si sente insicuro, e pensa che il rischia sia un fatto privato, cui fare fronte senza l’aiuto dello stato o della comunità. Per il 53,0% c’è il rischio di non autosufficienza e invalidità, il 51,7% teme di rimanere vittima di reati, il 47,7% non è sicuro di poter contare su redditi sufficienti in vecchiaia, il 47,6% ha paura di perdere il lavoro e quindi di andare incontro a difficoltà economiche, il 43,3% teme di incorrere in incidenti o infortuni sul lavoro, il 42,1% di dover pagare di tasca propria prestazioni sanitarie impreviste.
Diego Castagno
P.S. Oltreoceano prende forma l’idea che siamo nella fase di una nuova fase politica, che segna il superamento del neo populismo e del neoliberismo, in favore di un nuovo statalismo, in cui lo stato torna protettore, investitore e regolatore. Dopo anni di stato leggero, le crisi rimettano al centro del discorso pubblico proprio il ruolo dello stato, in un contesto di grandi trasformazioni e transizioni.
Focus trend 2023
- Come sarà il 2023? Secondo gli esperti di marketing potrebbe essere l’anno del consolidamento all’insegna della sostenibilità e della voglia di futuro. Niente di davvero nuovo rispetto all’anno appena passato, metaverso e decentralizzazione compresa, ma il rafforzamento di trend che nel 2022 hanno preso forma, e che probabilmente hanno un comune denominatore nell’evoluzione del concetto di individuo e di persona, il protagonista assoluto degli ultimi 60 anni.
- Restando nel tema di vecchie e nuove Hype, sicuramente ci sono i temi del clima e dell’ambiente, o quello della sostenibilità, tra paure vecchie e nuove e speranze per un futuro nuovo. Torna di moda il tema dell’etica e della responsabilità, e riprende la sua centralità nel discorso pubblico lo stato, il grande rimosso degli ultimi 40 anni di globalizzazione e di mercato libero.
- Ultimo, ma non certo per importanza il tema della felicità, declinato nei suoi vari incroci, dalla conciliazione tra la vita e il lavoro, al turismo al food, alla cura e al bisogno di protezione dalle mille incertezze ereditate dall’anno appena passato. Un singolarismo che fa si che ogni vita sia una grande opera d’arte, unica e irripetibile. Una meta-esperienza, personalizzata e su misura.