I dati forniti dall’Istat indicano una flessione significativa del PIL nel secondo trimestre dell’anno, principalmente a causa dell’andamento della domanda interna, comprese le scorte, mentre la domanda estera ha avuto un contributo nullo. Ecco una panoramica dei principali risultati:
- Domanda Interna: La domanda nazionale, al netto delle scorte, ha sottratto 0,7 punti percentuali alla variazione del PIL. Ciò è stato influenzato principalmente dai seguenti fattori:
- Consumi delle famiglie e istituzioni sociali private: Nessun contributo positivo, il che indica che i consumi sono rimasti sostanzialmente invariati.
- Investimenti fissi lordi: Una diminuzione del 0,4%, indicando una riduzione degli investimenti nel periodo considerato.
- Spesa delle amministrazioni pubbliche: Una diminuzione del 0,3%, indicando una contrazione della spesa da parte delle istituzioni pubbliche.
- Scorte: Un contributo positivo di 0,3 punti percentuali, il che significa che le scorte sono aumentate nel periodo considerato.
- Domanda Estera: Il contributo della domanda estera netta è stato nullo, il che indica che le esportazioni e le importazioni hanno avuto un impatto equivalente sul PIL.
- Andamento Settoriale: Si è osservato un andamento negativo per il valore aggiunto in tutti i principali comparti produttivi:
- Agricoltura: Una diminuzione dell’1,3%.
- Industria: Una diminuzione dell’1,4%.
- Servizi: Una diminuzione dello 0,1%.
In sintesi, la flessione del PIL nel secondo trimestre è stata guidata da una riduzione della domanda interna, con cali nei consumi delle famiglie, negli investimenti e nella spesa pubblica. Anche la domanda estera ha avuto un impatto neutro sul PIL. Inoltre, tutti i principali settori produttivi hanno registrato andamenti negativi. Questi dati riflettono le dinamiche economiche in atto nel periodo considerato e possono essere influenzati da una serie di fattori, tra cui eventi economici, politici e sociali.