Il Digitale in Italia continua a correre: lo scorso anno il mercato italiano ha realizzato una crescita del 2,4%, per un valore complessivo di 77,1 miliardi di euro, con andamenti differenziati tra i diversi segmenti. Nel 2023 questa crescita aumenterà ancora, al +3,1%, e l’anno prossimo tornerà a essere superiore a quella dell’economia nel suo complesso, con un nuovo balzo stimato al +4,3%.
Non solo. Le previsioni per il prossimo triennio (2024-2026) sono orientate a una crescita ancora più sostenuta, e si basano sull’ipotesi di un minore impatto dell’inflazione e su un maggiore impiego delle risorse economiche messe a disposizione dal Pnrr per la digitalizzazione. È prevista quindi una crescita media annua del mercato digitale nel periodo 2022-2026 del 4,5%, fino a raggiungere quasi i 92 miliardi di euro nel 2026.
Un mercato dunque che procede a gran ritmo, come certifica Anitec-Assinform, l’associazione di Confindustria che raggruppa le principali aziende dell’ICT, che a Roma, presso The dome Campus Luiss, ha presentato il rapporto annuale ‘Il Digitale in Italia 2023’, in occasione dell’evento ‘Digitale per crescere’.
Così Marco Gay, presidente di Anitec-Assinform:
“La trasformazione digitale si conferma una leva economica molto rilevante e il suo ruolo nella ripresa economica del Paese è stato e sarà sostanziale, soprattutto adesso. Dobbiamo spingere su interventi anticiclici, portando avanti le riforme e le politiche pubbliche che consentano all’innovazione di fiorire, in un contesto competitivo, dando spazio ai giovani e ai loro talenti”.
Ma se la tendenza positiva del mercato digitale è chiara, allo stesso tempo restano tuttavia delle criticità, prime tra tutte la carenza di competenze digitali e l’eterogeneità nella diffusione delle tecnologie tra classi dimensionali di impresa e tra territori.
Il trend di crescita degli investimenti in digitale delle piccole e medie imprese italiane rimane più lento rispetto a quanto registrato dalle grandi imprese. Nel 2022 c’è stato un incremento del 2,5% per le piccole imprese, del 4,1% per le medie e del 5,9% per le grandi, a conferma della correlazione tra dimensioni aziendali e spesa digitale: più i contesti organizzativi aumentano di dimensioni, maggiore è la spesa destinata alla digitalizzazione.
Inoltre, l’analisi geografica del mercato digitale italiano identifica nelle regioni del Nord Ovest e del Centro le aree caratterizzate da una maggiore capacità di spesa in tecnologia, rappresentando quasi il 62% della spesa complessiva.
Questo il commento di Maurizio Marchesini, vice presidente Confindustria per le filiere e le medie imprese:
“Occorre finanziare la crescita digitale, che è poi il presupposto per altri ambiti di crescita, tra cui quello della sostenibilità. Abbiamo bisogno di un piano di investimento massiccio, di almeno 8 o 9 miliardi l’anno, e in modo continuativo e solido per almeno 5 anni”.