Pistole d’acqua contro i turisti incivili: sembra una strana barzelletta, ma non lo è. Succede invece proprio in questi giorni a Barcellona dove la movida, a causa dell’elevatissimo afflusso di turisti, è completamente fuori controllo in molte zone della città, trasformatesi in una sorta di discoteca a cielo aperto. Un bel problema per quelli che abitano in quelle zone e devono invece continuare a lavorare in attesa delle loro ferie. Ma il turismo non ha influito solo sul riposo dei cittadini, anche il problema degli affitti brevi è ormai un grave danno per la città, in cui i prezzi delle case sono saliti del 68% in 10 anni e che rendono molto complesso per i meno abbienti assicurarsi un tetto sulla testa.
Proprio per questo sono stati a migliaia i catalani nel weekend scorso hanno deciso di inzuppare ignari turisti con fucili ad acqua, trasformando di fatto la città in un grande acquapark a cielo aperto; una protesta davvero originale non c’è che dire.
L’argomento è molto sentito anche in Italia, dove le nuove forme di affitti brevi non sono ancora pienamente regolamentate e continuano a creare squilibri nel mercato immobiliare delle grandi città turistiche, in particolare a Milano, Firenze, Venezia e Roma. Non a caso c’è la possibilità che questa curiosa protesta raggiunga anche Venezia stessa, dove l’eccessivo afflusso di visitatori è un problema discusso da anni ma, nonostante l’introduzione del biglietto per entrare in città, le soluzioni continuano a non soddisfare la cittadinanza. In difesa dei residenti, e quindi a favore di questa bizzarra protesta, si è schierato il consigliere comunale Giovanni Andrea Martini, della lista Tutta la città insieme, che sottolinea come la protesta possa aiutare a far comprendere come la vita dei cittadini subisca le conseguenze di un eccessivo viavai di turisti, mentre non è tardata la risposta di Raffaele Speranzon, senatore di Fratelli d’Italia, che ha definito “irrispettosa” questa protesta, in quanto prende di mira i turisti in quanto tali e non quelli che arrecano un effettivo disturbo alla quiete pubblica.
Molto probabilmente a breve, in molti Paesi d’Europa (alcuni si sono addirittura già attivati a riguardo), arriverà una nuova stretta sugli Airbnb, un’innovazione che ha davvero sconvolto il settore turistico. Sembra il classico caso in cui l’America innova, la Cina replica e l’Europa regolamenta, ma non si può negare che l’innovazione, per quanto sia in linea di massima un concetto positivo, abbia bisogno di regole, come del resto quasi tutte le questioni umane, per portare i massimi benefici all’intera società e non a pochi. Va anche detto però che coloro che hanno investito in alloggi in zone turistiche con l’idea di trarne un lecito guadagno rischiano una grossa doccia fredda, il che ovviamente creerà non pochi problemi per quella che rischia di diventare una vera e propria bolla del mercato immobiliare, senza considerare le ricadute sul PIL e sull’occupazione dei grandi flussi turistici.
Quel che è certo è che si sentirà ancora parlare della questione, anche perché di soluzioni che tutelino allo stesso tempo le esigenze di turisti, residenti e investitori ancora non ce ne sono.