Crescita economica, utilità sociale e risposte ai bisogni collettivi: sono i cardini del nuovo disegno di legge presentato in Parlamento per sostenere le startup innovative a vocazione sociale. Parliamo di imprese che producono valore non solo economico, ma anche ambientale e sociale, ponendo al centro l’impatto collettivo anziché il solo profitto. Il testo, appena depositato, intende colmare un vuoto normativo, introducendo una cornice giuridica chiara, agevolazioni fiscali per gli investitori e nuove forme di collaborazione tra pubblico e privato, in modo da potenziare sia l’offerta sia la domanda di prodotti e servizi a forte impatto sociale.
Prima firmataria del disegno di legge è la senatrice Cristina Tajani (Partito Democratico), che a Wired ha dichiarato:
“Questa proposta intende completare la normativa sulle startup innovative del 2012, immaginando partnership pubblico-private per rispondere ai bisogni della società”.
Il nuovo quadro normativo mira a sostenere startup ibride, che combinano profitto e missione sociale, agendo in settori strategici come sanità, istruzione, ambiente, cultura e inserimento lavorativo. Non solo imprese economicamente sostenibili, ma anche portatrici di soluzioni concrete alle sfide sociali contemporanee.
Si tratta di giovani imprese che, pur operando sul mercato, perseguono un impatto sociale e ambientale tanto rilevante quanto il ritorno economico. Sono a metà strada tra profit e non profit, e già oggi rappresentano una realtà in forte espansione.
Secondo i dati:
- Nel 2013 erano solo 14.
- Nel 2020 sono salite a 267.
- A fine 2022 hanno raggiunto le 486 unità, con una crescita annua del 28%, ben superiore al +12% delle altre startup innovative.
Il loro riconoscimento legale risale al 2012, ma ad oggi mancano strumenti dedicati per sostenerne la crescita. Questo disegno di legge vuole colmare quella lacuna.
Il testo stabilisce criteri più rigidi per definire cosa sia una startup a vocazione sociale:
- Deve operare in settori a forte impatto sociale o ambientale.
- Deve avere tra i soci almeno un terzo con laurea triennale.
- Non può distribuire oltre il 50% degli utili.
- L’oggetto sociale deve riguardare la produzione di soluzioni innovative, sostenibili o tecnologicamente avanzate.
Gli ambiti di intervento previsti includono:
- Sanità: accesso equo alle cure e innovazione nei servizi.
- Istruzione: lotta alla dispersione scolastica, contrasto al bullismo e alla povertà educativa.
- Ambiente e cultura: salvaguardia e valorizzazione del patrimonio ambientale e culturale.
- Inclusione lavorativa, in particolare per migranti e soggetti svantaggiati.
Per favorire la nascita e lo sviluppo di queste imprese, la proposta prevede una serie di incentivi fiscali:
- Detrazione IRPEF del 50% per chi investe nel capitale sociale.
- Deduzione IRES del 50% per le società di capitali che investono.
- Esclusione dall’imposizione del reddito d’impresa per investimenti in impianti e ammodernamenti.
- Detassazione per attività di ricerca e collaborazione con università.
- Sgravi contributivi del 100% per l’assunzione a tempo indeterminato di dottorandi e ricercatori (per 24 mesi) e del 50% per altre assunzioni.
Oltre agli incentivi economici, il disegno di legge propone strumenti per stimolare anche la domanda di innovazione sociale:
- Crowdfunding civico: raccolte fondi dal basso, attivate dagli enti locali, per finanziare progetti ad alto impatto.
- Laboratori di innovazione sociale: spazi di co-progettazione tra imprese, cittadini e amministrazioni per sviluppare servizi pubblici innovativi.
“Queste idee – spiega Tajani – nascono anche dall’esperienza maturata come assessora a Milano, dove il crowdfunding civico ha dimostrato di poter attivare risorse pubbliche e private per iniziative sociali ancora oggi operative”.
Con questo disegno di legge, l’obiettivo è portare su scala nazionale modelli già sperimentati con successo a livello locale, offrendo regole certe, strumenti fiscali e sinergie pubblico-private per un nuovo modo di fare impresa.
“Lavoreremo affinché la proposta venga incardinata in Commissione Finanze”, conclude Tajani, “sperando che possa trovare spazio anche nel confronto con l’attuale maggioranza”.