Parlando del cosiddetto settore primario, ovvero la produzione agricola, la mente non è quasi mai portata a pensare all’innovazione ed alla tecnologia, storicamente più legate al secondario ed al terziario, ma non bisogna dimenticare che l’innovazione del settore agricolo è più che fondamentale per un mondo più sostenibile.
E’ notizia di stretta attualità che l’agricoltura europea si sia unita per chiedere attraverso la consultazione pubblica indetta dalla Commissione europea “Legislazione per le piante prodotte con alcune nuove tecniche genomiche” che si chiuderà il prossimo 22 luglio.
Le New Genomic Techniques (NGT) sono la naturale evoluzione, per così dire, del percorso iniziato dal biologo ceco Gregor Mendel con la scoperta delle leggi dell’ereditarietà dei caratteri.
Così si è espressa attraverso il suo portavoce e presidente, Eugenio Tassinari, l’Assosementi:
“I nostri agricoltori hanno bisogno di innovazione per far fronte alle sfide poste dai cambiamenti climatici. Da sempre la natura si adatta ai cambiamenti attraverso le mutazioni e grazie alle NGTs, il settore sementiero potrebbe sviluppare in modo più rapido e preciso mutazioni analoghe a quelle che avvengono spontaneamente per ottenere varietà più resistenti alle patologie, più produttive e più sostenibili. Non possiamo rischiare di perdere competitività del sistema agroalimentare italiano a causa di norme obsolete. È urgente adattare la normativa per consentire di avere a disposizione tutti gli strumenti per affrontare le sfide dell’agricoltura italiana ed europea.
Riteniamo che la regolamentazione delle varietà vegetali ottenute con le NGTs debba basarsi sulla valutazione delle caratteristiche del prodotto finale e non dei metodi utilizzati per ottenerlo.
Auspichiamo che questa consultazione pubblica sia un passo in più verso la revisione dell’attuale legislazione, che priva i nostri agricoltori delle opportunità fornite da questi preziosi strumenti”.
Per fornire alcuni ulteriori dati volti a comprendere l’importanza dello sviluppo delle tecnologie in questo settore basterà ricordare che negli ultimi vent’anni il miglioramento genetico ha permesso di aumentare le rese dell’1,16% ogni anno consentendo di non utilizzare a fini agricoli oltre 21,5 milioni di ettari di terreni, secondo quanto emerge da uno studio realizzato dalla società di ricerca Hffa Research.