Per il secondo anno di fila l’Italia si classifica prima in Europa per il riciclo di carta e cartone. Un risultato encomiabile, nella speranza che seguano altri conseguimenti sul fronte della transizione verde.

L’Italia ha tagliato con ben 8 anni di anticipo il traguardo dell’85% di tasso di riciclo cellulosico richiesto dall’Unione Europea entro il 2030; non è una novità che l’Italia sia molto forte sul riciclo di carta, ma essere a tal punto avanti è una buona notizia che non può passare sotto silenzio.
Un ruolo molto importante nel conseguimento di questo obiettivo hanno avuto le scelte adottate da alcune PMI Italiane come ad esempio Imballaggi-2000, una tra le prime ad introdurre nel proprio catalogo scatole di cartone 100% riciclate. Va detto, infatti, che senza un’azione d’interesse da parte delle realtà aziendali, a prescindere dalle loro proporzioni, un obiettivo del genere sarebbe stato irraggiungibile, nonostante il grande impegno del settore pubblico.
Nel Bel Paese in totale sono stati raccolti ben 3.6 milioni di tonnellate di materiale cellulosico durante il 2021, cui questo rapporto fa riferimento.
Una nota di merito va a Matera capace di aumentare la sua capacità di riciclo del 4,3%, un grande traguardo nel travagliato Meridione. A guidare poi il Paese è però l’Emilia Romagna, tra le regioni più green oltre che tra le più ricche, con quasi 90kg di materiale recuperato per cittadino.


Traducendo i dati in maniera più economicistica risulta che l’Italia, a fronte di 218 milioni di investimenti, ha generato oltre 1,5 miliardi di benefici ambientali, una boccata d’ossigeno in una situazione non semplice.
Il valore economico della materia recuperata grazie al riciclo gestito da Conai in Italia è di 614 milioni di euro; quello dell’energia prodotta avviando gli imballaggi non riciclabili a recupero energetico è pari a 10 milioni; l’indotto economico generato dalla filiera, invece, ammonta a 625 milioni. Vi si aggiunge il valore economico della CO2 non emessa grazie al riciclo, calcolato sulla base di quanto definito dalla Direttiva 2009/33 del Parlamento Europeo: 276 milioni di euro. Sono poi state risparmiate ben 5 milioni di tonnellate di materiale vergine.
A tutto questo si somma ancora un rilevantissimo risparmio energetico pari a 26 terawattora di energia primaria, la quantità usata da 7 milioni di famiglie in un anno.
Queste le parole a riguardo del presidente del CONAI, Luca Ruini:

“Stiamo parlando di benefici ambientali sempre più importanti per il nostro Paese. Soprattutto il un momento di crisi energetica come quello che stiamo attraversando. Il riciclo permette di risparmiare non solo materia, ma anche energia primaria e CO2. L’Italia, del resto, è già leader a livello europeo in questo settore dell’economia circolare: siamo il primo fra i grandi Paesi per riciclo pro-capite degli imballaggi. E i risultati si vedono. Dobbiamo impegnarci sempre di più nel guardare alle nostre città come a vere e proprie miniere urbane che producono risorse, ma anche continuare a incentivare l’ecodesign, per far sì che il nostro tessuto imprenditoriale immetta sul mercato imballaggi sempre più sostenibili e facilmente riciclabili”.

Un risultato del genere dimostra come con la giusta sensibilizzazione dei privati ed un efficace intervento pubblico l’Italia possa ancora raggiungere risultati eccezionali.