Il mercato italiano dei servizi di open innovation è valutato, secondo una stima conservativa della School of Management del Politecnico di Milano, in 696 milioni di euro. Tale stima si basa sui dati di dettaglio disponibili per 15 categorie di attori, su un totale di 25 individuate dall’Osservatorio attraverso un’indagine capillare basata su 905 organizzazioni mappate e ulteriori 153 risposte a survey e interviste di approfondimento, coinvolgendo un campione significativo di quasi 400 soggetti. Questa iniziativa permette di fotografare per la prima volta il fenomeno con una valenza scientifica.
Le cinque categorie principali di service provider, che generano l’85% del giro d’affari, includono corporate innovation hub, società di consulenza, uffici di trasferimento tecnologico, centri di competenza e società professionali per la proprietà intellettuale. Il Report Italian Open Innovation Lookout 2024 è frutto di una collaborazione tra il gruppo di ricerca Innovation & Strategy della School of Management del Politecnico di Milano e il team Lab11, coinvolgendo attivamente aziende riconosciute come principali attori dell’innovazione collaborativa in Italia. Il report evidenzia la crescita delle applicazioni concrete del paradigma dell’open innovation, con un approccio che coinvolge sia il settore pubblico che privato, dalle grandi aziende alle PMI. L’open innovation, che si basa sull’idea che le imprese possano creare valore collaborando con idee e competenze esterne, sta diventando sempre più diffuso in Italia. Il documento sottolinea che, nonostante l’entusiasmo iniziale, molte aziende hanno trovato complesso ottenere benefici tangibili. Ciò ha spinto la ricerca verso l’esplorazione delle sfide legate all’implementazione dell’open innovation, identificando fattori chiave per il successo come la gestione della proprietà intellettuale, la cultura organizzativa, la disponibilità di risorse e l’influenza dei sistemi d’innovazione regionali e nazionali.
Il report dedica un approfondimento al corporate venturing, esplorando approcci come il corporate venture capital e il corporate venture clienting, oltre a modelli più agili come il corporate venture building e lo startup studio. Questi ultimi permettono alle aziende di innovare rapidamente, mantenendo l’autonomia e la flessibilità necessarie per adattarsi alle dinamiche di mercato.