I mentori sono un “ponte” verso la comunità territoriale e l’inclusione sociale per i minorenni stranieri che arrivano soli in Italia e che poi diventano maggiorenni. Lo dice l’indagine “Il mentoring come strumento di inclusione sociale per giovani con background migratorio. Esperienze in Italia”, promossa da Refugees Welcome Italia e Fondazione HAPAX / Mentoring con lo scopo di analizzare le esperienze realizzate negli ultimi 5 anni dalle realtà che le hanno promosse: Defence for Children Italia (Genova), CIR (Roma), Programma Integra (Roma), Esserci (Torino), CIDIS (Perugia), Refugees Welcome Italia (Palermo, Roma e Ravenna), CIAC (Parma), Sperimentazioni Tutori Sociali (Esserci Torino, Cir Catania, Oxfam e Associazione dei tutori volontari, Toscana). In tutte le esperienze mappate l’importanza del coinvolgimento e della mobilitazione della società civile riveste un ruolo centrale.
I minori stranieri non accompagnati censiti in Italia al 31 dicembre 2022 sono 20.089. Un numero in forte aumento rispetto al 2021 (+64%) e condizionato anche dalla crisi umanitaria che ha interessato l’Ucraina e ora anche il Sudan. Il sistema di tutela specifico per i minorenni stranieri (Msna) che arrivano soli in Italia sembra infrangersi di fronte ad un dato anagrafico, il compimento della maggiore età, momento in cui vengono repentinamente meno gli obblighi di tutela e protezione da parte dello Stato. Ed è qui che entra in gioco la figura del mentore che si inserisce in un vuoto legislativo, sociale ed educativo. Anche se non è ancora possibile elaborare una valutazione definitiva e scientifica sulle ricadute delle relazioni di mentoring sui percorsi di inclusione dei giovani cui si rivolgono, l’indagine quantitativa ha esaminato 4 territori (Emilia-Romagna, Liguria, Toscana e Piemonte) dove sono attivi i progetti “Fianco a Fianco”, Re-Generation, Tutela Sociale Never Alone – Toscana e Tutela Sociale Never Alone – Piemonte. In questi territori, secondo quanto rilevato dall’indagine, sono stati attivati 171 matching. Il numero di percorsi interrotti prima del termine previsto è molto basso (12 percorsi di mentoring), a testimonianza dell’efficacia di questo modello d’intervento. Sono le donne a farsi carico in prevalenza del ruolo di mentore (139), con una fascia d’età compresa tra i 30 e i 50 anni. Solo un numero molto basso di mentori possiede un background migratorio. I mentees, invece, sono prevalentemente uomini (108 senza contare la Toscana), la maggior parte dei quali si trova in accoglienza istituzionale. Considerando invece la durata dei percorsi di mentoring, tutti i territori hanno indicato come 6 mesi il tempo previsto, tranne la Toscana in cui con il decreto di Prosieguo amministrativo emanato dal TM si arriva ad un massimo di 3 anni. La dimensione del tempo appare centrale sia per la costruzione di una relazione di fiducia tra mentore e mentee, sia per la definizione degli obiettivi condivisi da perseguire. Dall’indagine emerge come l’esperienza del mentoring si configuri come il punto nodale di questioni molto ampie dove al centro, oltre al tema della tutela dei giovani giunti alla maggiore età in una condizione di chiaro svantaggio sociale legato alla complessità del viaggio migratorio, si somma l’assenza sul territorio italiano di una rete sociale e familiare adeguata.
Così commenta Fabiana Musicco, Presidente di Refugees Welcome Italia:
“La figura del mentore riveste una funzione fondamentale. Esso facilita la creazione e il consolidamento di legami e relazioni significativi. Inoltre, stiamo riscontrando come la società civile risponda in modo molto positivo alla chiamata delle organizzazioni del terzo settore, un segnale che evidenzia come tanti desiderano esercitare la propria cittadinanza attiva e considerano il mentoring un buon modo per farlo”.
Queste le parole di Giulia Savarese, direttrice del Programma Mentoring della Fondazione Hapax:
“I giovani costituiscono lo strato fondante della società nel suo insieme: la loro formazione, la piena realizzazione dei diritti, la messa in pratica delle capacità e la partecipazione alla vita sociale contribuiscono in modo diretto e a lungo termine a una crescita economica dinamica, sostenibile, innovativa. In questo contesto il mentoring si rivela un approccio in grado di accompagnare la transizione all’età adulta dei giovani con background migratorio, contribuendo al successo del loro percorso integrativo”.