Qual’è il colore dell’8 marzo? Il giallo, quello della mimosa, che quest’anno va a ruba per colpa della siccità, a sentire Coldiretti Vicenza «Una mimosa su tre è andata persa», quindi cari maschi, se volete fare i galanti fate attenzione al prezzo e al mercato nero (esiste anche il mercato nero dei fiori, da sempre). Nel caso comprate una rosa, che va sempre bene per tutte le occasioni.
Altro colore dell’8 marzo è sicuramente Il rosa, eletto a simbolo dell’universo femminile 0-12 (anni) da sempre e e senza un motivo preciso, fin dal momento in cui si viene al mondo e si annuncia la nascita della neonata. Nella Version piu scura il rosa è anche il colore del movimento delle “AnarcaFeminist”, tutta un altra storia, molto interessante però, dal leggere l’ultimo lavoro di Chiara Bottici “Nessuna sottomissione” edito da tempi nuovi, che fornisce una prospettiva decisamente nuova rispetto al main stream dell’accademia di oggi, Compresa la retorica delle analisi ormai classiche sul tema del gap di genere, ad esempio che se le donne lavorano sale il PIL del paese o che la formazione Steam sia il nuovo unico strumento dell’ascensore sociale in questo paese talmente meritocratico che il 90% dei figli fa il mestiere dei padri, o delle madri.
Il tema della differenza di genere va raccontato forse partendo da una complessità che è irriducibile e implica interventi di sistema, e parte dalla cultura e dai processi culturali, come ogni innovazione che ha senso e diventa di uso comune. In Italia ci sono due milioni di badanti ed un numero imprecisato di badanti, praticamente tutte donne. Siamo gli ultimi nel rapporto tra bimbi e asili, sia pubblici che privati, e siamo il paese dove alle donne è riservata la parte meno garantita e tutelata dei posti di lavoro disponibili, compreso il part time involontario. Uno dei paradossi e degli stereotipi più duro a morire sta nel lavoro delle donne, implicito cioè spesso poco o per nulla retribuito, che vale poco o niente in termini di valore economico ma che ha un valore altissimo in termini sociali
Serve a poco creare opportunità se non si danno alle persone le capacità e le possibilità di coglierle. Quindi per ridurre il gap di genere servono asili e congedi parentali maschili. Ma serve anche e soprattutto un racconto nuovo. La mimosa è un simbolo ed un media, dipende da cosa racconta oggi. La festa della donna viene celebrata in Italia ogni anno dal 1946. All’inizio si usava la violetta come da tradizione nella sinistra europea. La violetta però era un fiore costoso e difficile da trovare, molto meglio quindi a mimosa, gialla che il sole che riappare a Marzo alla fine dell’inverno, ed uno dei primi fiori della stagione. Il racconto nuovo della mimosa, scelta dalle donne partigiane subito dopo la guerra oggi dovrebbe essere il racconto nuovo della donna del XXI secolo, libera di scegliere cosa fare della sua vita e come. Nel frattempo l’8 marzo resta una festa, a prescindere dai significati che gli si vogliono attribuire.
L’8 marzo parliamo di queste cose qui, delle donne che lavorano, fanno cose e vedono gente, che hanno un piano per tenere assieme tutti i pezzi della vita quotidiana e che nella loro semplicità mostrano quanto sia straordinaria la normalità della routine del fare di tutti i giorni. Con noi c’è Francesca da Roma, che fa la presidente di una fondazione, Ilaria da Perugia, responsabile delle risorse umane di una grande azienda del Nord, .Valentina da Toreino, fotoreporter di guerra fino a che è diventata mamma di pace ora, Enrica e Valeria dai castelli romani, due donne dell’amministrazione e della prossimità tipica delle comunità. Ospita Giorgio Di dato e intervista il sottoscritto, giusto per fare un pò di parità di genere…..
Women Up è il secondo appuntamento di Work5.0, un tour sul lavoro che cambia organizzato da JOB21, un idea del Centro di Ricerca per l’innovazione sociale ed economica, in collaborazione con il CIRPAS dell’università di Bari, Il Monod Nuovo, StartHub Italia, Mynet, Profiter, StartUp CheckList, Sprintaly, Make4WOrk e CLICsociale, il collettivo di Melanzana ed il loro Magazine filosofco, il gruppo della IA di Cuneo, l’osservatorio OrientED per le transizioni e l’orientamento
Oggi alle 17,30 su Zoom, poi su YouTube.